venerdì 25 novembre 2011

Semplicemente autunno


La stagione che sboccia e sfiorisce.




Danzo sulle foglie, 
che suonano i loro colori
calpestate dalla spensieratezza.






Rubo un raggio di sole,
per ricordare nel grigiore
com'era la dolce sensazione
della tiepida luce d'autunno.


V.

martedì 1 novembre 2011

Sospiro

Liberamente ispirato dal racconto "Sospiro" di Stafano Benni.

Sospiro la guardava dormire. Gli occhi abbandonati ai sogni, le braccia rilassate sul letto. Ignara d'essere osservata da chi avrebbe voluto rubare qualche oggetto che gli potesse ricordare il suo profumo di ragazza.

Sospiro era invisibile, fatto di piume. Si aggirava nelle case di notte. La sua vita era costruita sulle fragili relazioni degli uomini. Era cresciuto tra i ladri che gli avevano insegnato il mestiere, ma a lui non importavano l'oro, i quadri preziosi. Sospiro voleva scoprire l'essenza delle persone, catturare il movimento dei piedi morbidi di un neonato nella culla, accarezzare gli abiti consumati e lasciati sulla sedia dopo una giornata di lavoro.
Ma l'essenza non si mostra a chi fa rumore, alla luce, alla frenesia del giorno. Per questo Sospiro doveva essere invisibile, fatto di piume. E quando il sole riprendeva la sua attività mattutina, Sospiro si allontanava dalle case amate per tornare alla sua tana di ricordi, cucita con i pezzetti d'esistenza di chi aveva potuto osservare, toccare, respirare.

V.

giovedì 6 ottobre 2011

Spettatrice


Parole che battono sulle tempie. Pronunciate con troppa forza. Urlate senza motivo, là dove c’era solo bisogno di delicatezza. Parole che mi fanno pulsare la testa, ed io so di dover andare via. Non sono lame, non raggiungono la sofisticatezza per tagliare. Sono ruvide, grezze, come un martello sordo impugnato a due mani. Cala il silenzio delle parole non dette, che attendono un’assenza per essere espresse. Riaffiorano piano, serpentine, acquistano vigore con la lontananza. Sono le parole vere che si tengono nascoste. Ma il nascondiglio non esiste, e gli occhi sono ricolmi di pensieri trattenuti.

Io, solo spettatrice di una discussione lontana.

Veronica.

lunedì 12 settembre 2011

Come un dio creo e distruggo


Un'utopia chiamata Arte, diventata realtà.


Faticavo a scattare le prime fotografie. L'emozione mi stava sopraffacendo, non potevo più contenerla.
Si è liberata attraverso il tremolio delle mani, la luce degli occhi.
Tutto era esattamente come doveva essere, o forse, meglio.








"Casa tua è il posto dove, quando ci vai, devono farti entrare" (R. Frost)
Qui le porte erano spalancate.





















Musica, teatro, immagine, scultura.
La forza di un'idea può essere sconvolgente, rivoluzionaria.













Luogo: Caffè Letterario, San Donà di Piave.
Happening artistico organizzato da Lamanaif

V.

giovedì 8 settembre 2011

Mare di settembre


A me il mare di settembre piace. Anche se le giornate sono più fredde, più brevi, uggiose. Tutto assume un nuovo colore, ogni cosa si può vedere da una diversa prospettiva.







È un mare senza mare, quello di oggi. Mi ritrovo a passeggiare guardando la spiaggia da lontano, altri dettagli richiamano l’attenzione.








Talvolta basta capovolgere il senso del comune, sdraiarsi sul prato umido di pioggia con gli sguardi della gente che ti solleticano la nuca.




Segui una bimba con gli occhi, sorridi involontariamente, con la macchina fotografica stretta tra le mani. Quasi non ti accorgi che quella creatura sta ricambiando incuriosita il tuo sorriso, regalandoti una possibilità: scatta!





Ti volti un momento, la piccola sta rincorrendo la sua gemella! Un altro spettacolo davanti a te…











Luogo: Bibione (VE)
V.



sabato 3 settembre 2011

Scatti di Carinzia

Dettagli, che affiorano alla mente come ricordi sfumati.

Qualche immagine di un luogo che mi è entrato subito nel cuore, con i suoi colori, l'aria pulita, il cielo sempre limpido. A voi, dopo tanto tempo, un breve scorcio della bellissima regione austriaca della Carinzia.













A presto!

V.

domenica 31 luglio 2011

Tre cavalli - Erri De Luca

Questi scatti nascono dall’esigenza di dare forma alle sensazioni nate leggendo Tre cavalli, di Erri De Luca. L’idea è quella di trasmettere un po’ dell’atmosfera, dei colori e dei sapori che si scoprono tra le pagine di questo libro. Non una rappresentazione testuale, non una storia illustrata. Solo un tentativo di far saggiare il testo a chi non l’avesse mai letto, e di rievocare qualche immagine a chi, come me, ne è rimasto colpito.




"Leggo solo libri usati perché le pagine molto sfogliate e unte dalle dita pesano di più negli occhi, perché ogni copia di libro può appartenere a molte vite e i libri dovrebbero stare incustoditi nei posti pubblici e spostarsi insieme ai passanti che se li portano dietro per un poco e dovrebbero morire con loro, consumati dai malanni, infetti, affogati giù da un ponte insieme ai suicidi, ficcati in una stufa d’inverno, strappati dai bambini per farne barchette, insomma ovunque dovrebbero morire tranne che di noia e di proprietà privata,, condannati a vita in uno scaffale."




"Al giardino Selim viene per le mimose e per parlare un po’ del suo paese dove si va scalzi e per questo si parla volentieri. Quando tu metti le scarpe non parli, questo pensa di noi. Senza la nuda pianta del piede sopra il suolo, noi siamo isolati, dice la sua lingua che deve avere dentro una lisca d’argento per essere così sonante. È verità, dico, è puro amen: tutta la nostra storia è una scarpa che ci stacca dal suolo del mondo. "




"(Selim) dice: qui da voi si fabbrica con acqua dalla terra. Prendete acqua da un pozzo, da una fontana, da un fiume. Da noi si fabbrica con acqua di cielo. La raccogliamo e quando ne abbiamo un poco, impastiamo con quella. Le nostre case sono fatte di pioggia, sono più nuvole che case. E ride Selim, ride sulle case del mondo. "




"Io conosco le vite che durano un giorno e arrivare a notte è già morire vecchi." 










Veronica.